domenica 19 febbraio 2012

Solidi e fluidi

Proprio pochi giorni fa, era notte ed ero nel mio letto. Ed invece fare qualcosa di sensato tipo, ad esempio, dormire, stavo interrogandomi sul significato della parola amore.
Sembrerebbe ovvio alla maggior parte di noi, eppure quante incomprensioni e disastri emotivi ancora oggi accadono semplicemente per povertà linguistica...
Ancora oggi spesso si continuano a usare termini che assumono significati diversi per mittente e destinatario a causa del fatto che non condividono lo stesso codice: non sono cresciuti insieme, non hanno avuto le stesse esperienze, non hanno fatto le stesse riflessioni. 
Quanto sarebbe più bello invece descrivere le proprie emozioni invece di etichettarle? Quanto sarebbe emozionante sentirsi dire 'mentre ti aspettavo avevo le farfalle nello stomaco' invece di 'ti amo?'

Ripercorrendo questi pensieri che mi giravano in mente già da tanto tempo, progettavo di scrivere un astruso post sulle caratteristiche che l'Amore Vero dovrebbe avere per essere definito tale; un po' come le caratteristiche dell'Essere di Parmenide, per intenderci. La conclusione voleva essere più meno che dovremmo smetterla di usare la parola 'amore' all'interno di una coppia ed inventare qualche altro termine più specifico e chiaro. D'altra parte, non è un caso se i Greci avevano (e tuttora hanno) ben quattro verbi dove noi ne abbiamo uno solo!
Poi però mi sono imbattuto in questo bel post di Minerva Jones su quello che l'amore non dovrebbe essere e l'ho trovato molto più fresco, naturale e di attualità del post pseudo-filosofico che mi accingevo a scrivere (questa è la buona notizia, tra l'altro: ho accantonato l'idea).
In particolare mi piace questa idea dell'amore verso una persona come parte dell'amore verso il resto del mondo; questo amore che io mi immagino come un fluido che permea il globo, come un'onda che ogni tanto si allontana ma poi immancabilmente torna. È un'immagine dinamica dell'amore, e mi affascina molto...

... Passano alcune ore, e ora sto camminando speditamente verso casa, seppur non senza un po' di fiatone causa pigrizia atavica, con le buste della spesa in mano. È una domenica fresca, soleggiata e silenziosa. Attraverso la mia mente, complice il silenzio, si insinuano delle parole che mi furono sussurrate alcuni anni fa: 'Se è vero dura per sempre... credici, ci devi credere'. La voce è quella molto femminile e con una squisita inflessione dialettale di M, con cui all'epoca scambiai innumerevoli lunghe telefonate nel cuore della notte. Per parecchi mesi, M mi chiamò ogni notte a un orario variabile tra le 23 e le 2 del mattino, per poter parlare con calma e nel silenzio. Ci sentivamo tutti i giorni, anche quando dovevamo alzarci presto il mattino dopo, immagino perché piaceva troppo a entrambi il nostro tempo condiviso notturno. Uno dei concetti fondamentali che lei esprimeva era che l'amore, quello vero, non finisce mai: e se lo fa, è perché non era vero. Forte della sua esperienza con i suoi genitori, che stavano insieme da una trentina d'anni abbondante, non aveva alcun dubbio su questo. Era un concetto di amore statico e monolitico, il suo. Un concetto completamente diverso dalla mia visione fluida e dinamica. Ed era un concetto che, sussurrato dalla sua voce altalenante nel silenzio della notte, io trovai sconvolgente e allo stesso tempo incredibilmente attraente.
Pensai, non è forse un privilegio, quello dell'amore fluido? Non è più semplice essere riceventi di questo fluido quando si è giovani e attraenti, quando le cose vanno bene e tutto ci sorride? E anche al contrario, non è forse dannatamente più difficile amare il prossimo quando la vita ci volta le spalle?
L'amore secondo M, invece, non conosceva ragioni: non finiva. Mai. Era più una promessa che un sentimento: io starò con te qualsiasi cosa accada. A ogni costo. Anche quando invecchierai e la bellezza e la salute ti abbandoneranno. Sempre.

M e io non ci mettemmo mai insieme. Ci andammo vicino, ma non accadde mai. Forse non ce la sentimmo di farci questa super-promessa, e ora, ad anni di distanza, io sono mentalmente e geograficamente lontanissimo da M.
Ma mentre il tempo scorre, io rimango con le mie domande: era così sbagliata questa idea che aveva M dell'amore? Mai possesso, come dice Minerva, sono assolutamente d'accordo su ciò; ma può a volte l'amore essere qualcosa di incredibilmente stabile, un solido più che un fluido, una lega d'acciaio resa tale ogni giorno dal contributo comune di una volontà ferrea oltre che di dolci sentimenti?

Temo di non avere una risposta a questa domanda. In attesa di trovarla, torno ad occuparmi del fluido scorrimento della mia presentazione PowerPoint. Buona serata a tutti.

1 commento:

Minerva ha detto...

Un fluido può pure scorrere senza interruzione. Cambia continuamente e continuamente va - pensa a due fiumi che confluiscono in uno solo :-)